Pubblicato il 20 luglio 2014

Il sepolcreto protostorico di Grotta della Monaca a Sant’Agata di Esaro

Per oltre 15 anni le ricerche archeologiche condotte a Grotta della Monaca si sono concentrate sullo studio delle dinamiche estrattive connesse allo sfruttamento dei minerali di ferro e rame di cui la cavità è ricca. Tali ricerche, se da un lato hanno permesso di riconoscere nel sito una delle più antiche miniere in grotta oggi note in Europa, hanno tuttavia distolto l’attenzione dei ricercatori da un’altra sua caratteristica importante, vale a dire la funzione sepolcrale svolta in età protostorica. Nella grotta sono state individuate aree di sepoltura collettiva risalenti alla media età del Bronzo (attorno a 3.500 anni fa), con deposizione di oltre un centinaio di individui. Altre testimonianze isolate, peraltro, hanno restituito resti ossei umani datati col radiocarbonio a fasi ben più antiche.

Il convegno del 14 giugno 2014 presenta per la prima volta i risultati delle indagini svolte sul sepolcreto protostorico di Grotta della Monaca, sia dal punto di vista archeologico che antropologico, e intende contribuire ad una più approfondita conoscenza del giacimento sotterraneo calabrese.

La manifestazione, organizzata dal CRS “Enzo dei Medici” in collaborazione col Comune di Sant’Agata di Esaro, ha il patrocinio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, del Parco Nazionale del Pollino e della Regione Calabria.

Gli interventi scientifici rappresentano un risultato della collaborazione tra Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Università degli Studi di Ferrara e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria.

 

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