Grotta del Tesauro (Sant’Agata di Esaro – Cosenza)
Speleologia
Grotta del Tesauro è situata nell’alta valle del fiume Esaro al pari della più importante Grotta della Monaca, insieme alla quale è citata da alcune fonti ottocentesche. Sviluppata per circa 60 m in masse rocciose molto fratturate, è letteralmente ricolma di depositi di idrossidi ferrosi che aderiscono alla volta e alle pareti. Tali depositi hanno indotto energiche coltivazioni minerarie in età post-medievale, come attestano numerose impronte di colpi di picconi metallici, ancora oggi visibili sulle superfici esposte dei filoni. Gli ambienti sotterranei, soprattutto nella parte terminale della grotta, mostrano una genesi artificiale, essendo stati completamente scavati dall’uomo. Una breve diramazione laterale conduce in un piccolo ambiente con alcune vaschette concrezionate, stagionalmente ricolme d’acqua di stillicidio.
Archeologia
La cavità è stata oggetto di scavi archeologici dal 2011 al 2013, condotti dallo stesso gruppo di ricercatori dell’Università di Bari attivi nel vicino sito di Grotta della Monaca. Tali scavi hanno messo in evidenza un arco di frequentazione umana degli ambienti ipogei esteso dall’età eneolitica all’epoca ellenistico-romana, con un’appendice terminale in età post-medievale. La presenza eneolitica è attestata da ceramiche a solcature e da utensili litici connessi ad attività minerarie. Le testimonianze di età ellenistico-romana, invece, sono costituite da piccoli vasi a vernice nera, deposti all’interno della cavità probabilmente per motivazioni connesse alla sfera cultuale. Resti di contenitori vascolari di età post-medievale sono chiaramente relazionabili, infine, alle attività estrattive avvenute in questo periodo, cui dobbiamo l’attuale aspetto degli ambienti più interni della cavità.
Collaborazioni
Le ricerche sono condotte in collaborazione con:
- Università degli Studi di Bari Aldo Moro
- Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria
- Comune di Sant’Agata di Esaro